FORD ESCORT MK2, DALLA POPULAR ALLA RS 2000 DA 250 CV

Ripercorriamo la storia di una delle Ford più vendute di sempre. Ecco perché "Brenda" ha avuto così tanto successo

Avete mai sentito parlare della Ford Escort "Brenda"? Non si tratta ovviamente di una denominazione ufficiale, ma è curiosa la leggenda secondo cui Ford UK dava alle diverse generazioni di Escort il nome di una delle segretarie presenti in ufficio all'epoca: Brenda sarebbe la Mk2 del 1975-1980, mentre Erika la Mk3.

Curiosità a parte, la Ford Escort MkII è stata una delle icone Ford di maggior successo di tutti i tempi per la sua poliedricità: accattivante nel design, concreta ma comoda dentro, con una buona dotazione di serie e progettata in diverse varianti di carrozzeria e con più motori.

E, dettaglio ultimo ma non per importanza, aveva un prezzo contenuto grazie alla condivisione di molti elementi con la precedente generazione di Escort. Dal 1975 al 1980 in Germania ne sono state prodotte circa 500.000, in Inghilterra oltre un milione.

Obiettivo: vendere di più

La produzione della Escort II parte ufficialmente nel dicembre 1974 e nelle prime settimane del gennaio del 1975 l'auto arriva sul mercato riscuotendo subito un grande successo. La carrozzeria levigata ricorda quella di una fastback anche se il bagagliaio posteriore (grande, da 411 litri) non comprende il vetro; è quindi una sorta di hatchback allungata, non possiamo definirla una berlina.

Davanti, la calandra è rettangolare con le linee squadrate che vengono riprese su tutti i lati della carrozzeria. La Escort berlina è disponibile a tre o a cinque porte.

Ford Escort II (1975-1980)

Foto di: Ford

Tutti i costruttori - ovviamente - sperano che un nuovo modello venda più del precedente. Già negli anni '70 i prezzi delle auto nuove sono in crescita, ma Ford decide di contrastare questa tendenza attuando una serie di scelte che da qui a pochi anni la premiano.

Come la sua principale rivale, la Opel Kadett C prodotta fino al 1979, anche la Escort del '75 è a trazione posteriore, con le poche differenze che si trovano nello schema delle sospensioni dato che Opel usa molle a balestra mentre Ford un più semplice e collaudato ponte rigido. Una soluzione più semplice da progettare, più affidabile e durevole e meno costosa da mantenere.

Foto di: Ford

Ford Escort II (1975-1980)

Ford però non si ferma alla progettazione e attua una serie di mosse in accordo con i propri concessionari: raddoppia gratuitamente il periodo di garanzia a 12 mesi o 20.000 km annui, migliora la dotazione di serie (lunotto termico, freni a disco anteriori, servofreno, stabilizzatori anteriori e posteriori e impianto lavavetro elettrico) e decide di offrire allo stesso prezzo i due motori disponibili all'epoca, un 1.1 da 44 CV e 1.3 da 54 CV.

Motori collaudati e una ricca dotazione di serie

Per il mercato europeo, Ford prevede due motorizzazioni: un 1.3 litri, più orientato alle prestazioni, e un 1.1 litri pensato per contenere i consumi e i costi d’esercizio. In Italia, la gamma viene ampliata da una terza opzione, un 0.9 litri che permette di usufruire dei vantaggi fiscali riservati alle cilindrate più piccole.

I primi due si erano già distinti nella prima generazione della Escort per la loro robustezza, affidabilità e semplicità costruttiva, erano alimentati a benzina e avevano riscosso tanto successo per i consumi contenuti e il basso costo di manutenzione.

Anche il cambio manuale viene ripreso dalla Escort Mk1 e continua a essere apprezzato per la sua precisione e fluidità negli innesti, caratteristiche spesso evidenziate nei test su strada dell’epoca. Ford ha persino svelato alcuni dettagli costruttivi alla base di queste qualità: la campana frizione e il carter del cambio sono realizzati come un unico pezzo e la leva, insieme al meccanismo di comando, scorre su un albero unico riducendo giochi e attriti.

A differenza di molti concorrenti, Ford realizza internamente non solo l’assemblaggio della trasmissione ma anche le componenti fondamentali come ingranaggi e alberi.

Foto di: Ford

Ford Escort II (1975-1980)

Chi non ama cambiare marcia manualmente inoltre può scegliere come optional l'automatico C3 (solo sulla 1.3 da 54 CV) che, rispetto ai precedenti, è più leggero, aiuta a consumare meno ed è più fluido e rapido. La Escort II offre anche altre soluzioni tecniche interessanti per l’epoca: il servofreno è di serie e rende la guida più sicura e meno faticosa, lo sterzo preciso e reattivo e il cambio manuale fluido.

Un dettaglio curioso: negli anni ’70 vanno di moda scarpe con suole molto larghe. Per questo, i progettisti Ford hanno dovuto ripensare la disposizione dei pedali spostandoli di 14 millimetri verso sinistra per migliorare sicurezza e comfort di guida.

Come riporta la rivista Auto Motor und Sport, gli interni sono luminosi e accoglienti, i tessuti color "marrone safari" con motivo a spina di pesce danno un tocco elegante a un’auto semplice ma ben curata e nella console centrale c'è anche un orologio.

Ogni portiera poi è dotata di braccioli. Sempre secondo la stampa, "vivere con la Escort II è come fare un ritiro terapeutico in un monastero: un’esperienza che aiuta a riscoprire la semplicità, liberando la mente e il cuore dall’inutile".

Tre carrozzerie, cinque motori e cinque livelli di allestimento

Negli anni '70 Ford si rende conto che offrire un solo tipo di carrozzeria non conviene più, dato che ogni automobilista cerca qualcosa di diverso: c’è chi punta sul modello base, chi preferisce avere più comfort e dettagli curati, chi ha bisogno di un’auto comoda e spaziosa per il lavoro e chi invece vuole più potenza e sportività.

Esattamente come la prima Escort, anche la seconda arriva sul mercato in diverse versioni: oltre alla classica berlina a due porte ce c'è una più pratica a quattro porte e una station wagon a tre denominata "Turnier".

Foto di: Ford

Ford Escort II Tourier

Già l'allestimento base è ben equipaggiato: ha i vani portaoggetti con bordi imbottiti, alette parasole rivestite, comandi retroilluminati, una maniglia per il passeggero anteriore sopra la portiera, braccioli davanti e dietro e anche i ganci superiori per appendere giacche o cappotti.

Nel Regno Unito, Ford lancia la Escort II anche in versione "Popular", una entry level molto essenziale che viene venduta a 1.299 sterline. In Germania, invece, parte da 9.240 marchi, 300 in meno rispetto alla Volkswagen Golf più economica.

Ma non finisce qui. La versione L è più accessoriata e impreziosisce la Escort sia fuori che dentro: ha la moquette nera, i paraurti in plastica e le cornici dei finestrini laterali cromate. È anche più insonorizzata e la versione station wagon, la Tourer, ha una luce nel bagagliaio per illuminare il vano di notte. Oltre alla versione base e alla L, poi, arrivano anche le superiori GL, Ghia e Sport.

La Ghia è la top di gamma con rivestimenti dedicati per i sedili in tessuto, braccioli imbottiti, moquette più morbida sulle portiere e cinture di sicurezza autoavvolgenti. Ha poi il contagiri, gli specchietti retrovisori esterni regolabili dall'interno, similpelle sul tetto, cerchi sportivi e ben 27 kg di materiale isolante a bordo per ridurre il rumore offrendo un'esperienza ancora più silenziosa e confortevole.

Foto di: Ford

Ford Escort Ghia

La Sport ovviamente è quella più sbarazzina e si distingue per un look decisamente più aggressivo e per caratteristiche tecniche pensate per un pubblico più giovane. Equipaggiata con pneumatici 175/70 da 13" e cerchi sportivi, ha anche i paraurti sdoppiati, fari alogeni supplementari, il volante sportivo rivestito in pelle, il contagiri e i poggiatesta regolabili in altezza.

Oltre alle strisce a contrasto sulla carrozzeria poi è anche più bassa di 2 centimetri rispetto alla versione standard, l'assetto è più rigido per una maggior precisione di guida e lo sterzo più diretto. Sotto il cofano c'è una versione potenziata del 1.3, qui da 70 CV, ma i più temerari potevano scegliere un 1.6 da 84 CV.

Escort RS 2000: la leggenda del rally

Nonostante la Sport fosse già, per l'epoca, una versione performante, non è la più potente della gamma Escort. Il vero fiore all’occhiello della seconda generazione infatti è la RS 2000, un modello che divenne leggenda nel mondo dei rally. 

Foto di: Ford

Ford Escort RS 2000

Con il suo motore da circa 250 CV, la RS 2000 non solo ha vinto il campionato mondiale costruttori nel 1979, ma anche due titoli mondiali con Björn Waldegård (1979) e Ari Vatanen (1981).

Per ottenere l'omologazione necessaria per le gare, Ford ha prodotto una serie speciale di 400 esemplari della RS 2000 configurati come l'auto da corsa, ma con un motore 2.0 meno potente da 132 CV.

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2025-05-18T05:28:20Z